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DA OGNI CRIMINE, DA OGNI GENTILEZZA, GENERIAMO IL NOSTRO FUTURO

22.04.2014 17:23

CLOUD ATLAS
 USA, GERMANIA, HONGKONG, SINGAPORE 2012 – 173min. Regia e Sceneggiatura di Lana & Andy Wachowski, Tom Tykwer,
con Tom Hanks, Hugh Grant, Halle Barry, Jim Broadbent, Hugo Weaving, Jim Sturgess, Zhou Xun.

 
« Un'epica storia del genere umano nella quale le azioni e le conseguenze delle nostre vite si intrecciano attraverso il passato, il presente e il futuro, come una sola anima è trasformata da un assassino in un salvatore e un unico atto di gentilezza si insinua nei secoli sino ad ispirare una rivoluzione » 
Non c'e' che dire, il progetto nasceva con altissime ambizioni, tenendo conto di rendere fruibile e godibile ad un pubblico eterogeneo questa concettualita' di cosi' ampio respiro, riassunta in questa frase che si ripete piu' volte: “La nostra vita non ci appartiene. Da grembo a tomba siamo legati ad altri. Passati e presenti. E da ogni crimine, da ogni gentilezza, generiamo il nostro futuro”. Questa apparente mattonata filosofica descritta in 6 vicende che si intersecano per una durata di quasi tre ore con l'unico apparente fil rouge della voglia a forma di cometa che ogni personaggio chiave reca in una differente parte del corpo. Follia o Magia? Qualcuno ci ha creduto, questa e' stata probabilmente la piu' grossa produzione indipendente della storia, (100 milioni di usd dalla produzione tedesca contro 130 milioni di incassi a fine 2013) e viste le diverse locations son state usate due troupe una diretta da tom twyker e l'altra dai fratelli wachowsky, cosa che grazie ad un sapiente montaggio lascia sviluppare le trame con una leggerezza quasi onirica, con un paragone letterario saremmo molto piu' vicini alla delicatezze di kawabata che alla forza quasi bruta di faulkner. Il finale non e' risolutivo o impositivo, anzi, non e' facile credere che arrivi dopo quasi 3 ore, e anche se tocca la domanda piu' ancestrale dell'uomo – chi siamo, da dove veniamo e dove stiamo andando – ci pone una libera interpretazione aperta si alla speranza ma tenendo come fulcro l'uomo col suo libero arbitrio. A noi decidere con la nostra testa e anche facessimo parte di un disegno piu' grande a noi e solo a noi sta l'ultima e definitiva parola.  Un breve giudizio: quando tutto funziona, a partire dal romanzo cloud atlas appunto, la sceneggiatura, l'armonia tra le regie e le vicende ambientate dal 1800 al 2300, una fotografia impeccabile, cast affiatati e plausibili, quando il cinema diventa magia qualcuno puo' legittimamente definirlo capolavoro, resta innegabile che l'estrinsecare tanta concettualita' con profondita' e garbo significa farci sentire tutti umani e un po' vasi comunicanti, potendoci donare anche qualcosa che puo' permeare la corazza che i nostri tempi han costruito attorno al cuore: LA GIOIA.

LA SOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE

22.04.2014 16:32

LITTLE MISS SUNSHINE di Jonathan Dayton e Valerie Faris, con Greg kinnear, Toni Collette, Steve Carrel, Alan Arkin, Abigail Breslin, Paul Dano, Bryan Cranston.

Come infilare una famiglia allargata e quanto mai variegata, in uno scassatissimo furgoncino Volkswagen T2, facendole affrontare un lungo viaggio, costellato da personaggi quantomeno problematici, trasformando un potenziale incubo in un affresco ironico e lieve sul sogno americano? Sembrerebbe un compito arduo, quasi una missione impossibile, mentre il risultato e' una alchimia deliziosa, dove tematiche come omosessualita', tossicomania, arrivismo, morte e psicosi varie vengono affrontate con elegante leggerezza ma senza superficialita'. Ennesima dimostrazione di quanto, nella vita reale, le diversita' arricchiscano e le difficolta' uniscano.

Non e' il tipico film americano preconfezionato con i soliti cliche', anzi, il fatto che sia una produzione low cost ne incrementa il valore oggettivo. Spiccano alcune caratteristiche quasi anomale: innanzitutto, i registi sono due, marito e moglie, Jonathan Dayton e Valerie Faris, vivono e lavorano assieme da oltre 10 anni; han scelto la colonna sonora ascoltando per caso alla radio una canzone dei DeVotchKa (ricordano i Moody Blues e The Smiths) e pare abbiano acquistato lettori mp3 per tutti gli interpreti, per riuscire a farli entrare nell'atmosfera un po' retro'. Non e' un caso la scelta del furgoncino VW anni 70, e per il cast: Alan Arkin, interprete di un nonno decisamente sopra le righe, che brilla in una delle sue ultime interpretazioni cinematografiche, premiato dall' oscar come miglior attore non protagonista; Greg Kinnear, rigoroso papa' col piglio in cui riesce meglio, il ruolo del precisino; la giovanissima rivelazione Abigail Breslin, 7 anni di puro talento, apparentemente fuori ruolo per partecipare alle finali nazionali del concorso di piccola miss California, ma cosi' brava e coinvolgente da ricevere la nomination all'oscar come migliore attrice non protagonista; spicca anche un depresso Steve Carrel, compresso in una recitazione tanto silente quanto intensa.

Veniamo accompagnati in un viaggio on the road in cui succede tutto e piu', oltre la nostra immaginazione, con un finale decisamente atipico, che restera' memorabile e irresistibile. La concatenazione di eventi e' tale da sbigottire e ci si sorprendera' a ridere di pancia con poca malizia e tanta rilassatezza.. Ecco, la magia di questa sinergia e' stata tale da ricevere una standing ovation al Sundance Festival e lusinghiere accoglienze nelle varie rassegne in tutto il mondo, con vari riconoscimenti e premi.

Cento minuti divertenti, anche solo dal lato estetico, ma anche ideale fonte di riflessione perche' specchio dei nostri tempi, aspirazioni, fobie e dolce analisi sul mestiere piu' difficile del mondo: il genitore.

LITTLE MISS SUNSHINE – 2006 USA 101min. - Di Jonathan Dayton e Valerie Faris, con Greg kinnear, Toni Collette, Steve Carrel, Alan Arkin, Abigail Breslin, Paul Dano, Bryan Cranston.
 

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22.04.2014 15:37

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